Il blu di Prussia è un pigmento blu scuro con la formula chimica Fe₇(CN)₁₈·xH₂O. È noto anche con diversi nomi, tra cui ferrocianuro ferrico, blu di Berlino e blu di Parigi. È uno dei primi pigmenti sintetici moderni.
Storia e Scoperta:
Scoperto accidentalmente a Berlino all'inizio del XVIII secolo da Johann Jacob Diesbach, un fabbricante di colori, mentre tentava di creare un pigmento rosso.
Chimica e Sintesi:
Il blu di Prussia viene prodotto attraverso una reazione chimica tra sali ferrosi (Fe²⁺) e ferrocianuro di potassio [K₄Fe(CN)₆]. Questa reazione genera un precipitato bianco che si ossida rapidamente all'aria diventando il caratteristico blu intenso. La formula esatta è complessa e varia a seconda del metodo di preparazione e del grado di idratazione.
Proprietà:
Usi:
Sicurezza:
Il blu di Prussia è considerato relativamente sicuro in forma pigmentata. Tuttavia, è importante maneggiarlo con cura e evitare l'ingestione. La forma solubile è tossica. Consulta le schede di sicurezza dei materiali (SDS) per informazioni dettagliate sulla manipolazione e lo stoccaggio sicuri.
Nomi Alternativi:
Importanza Artistica e Storica:
Il blu di Prussia ha avuto un impatto significativo sull'arte fin dalla sua scoperta. È stato utilizzato da numerosi artisti, tra cui Hokusai (nelle sue stampe ukiyo-e, come "La grande onda di Kanagawa") e Vincent van Gogh. La sua intensità e stabilità lo hanno reso un pigmento molto apprezzato. Scopri l'importanza di un pigmento%20blu nella storia dell'arte.
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